Giovanni Raicevich, il campione che lottava per Trieste e per l’Italia
C’era un tempo in cui il mito della forza aveva un volto preciso: quello di Giovanni Raicevich. Nato a Trieste nel 1881 da una famiglia di origini slave ma di fede italiana, dimostrò fin da giovanissimo una grande passione per la lotta. Dopo gli esordi come dilettante, alla fine dell’Ottocento passò al professionismo, distinguendosi ben presto per potenza e tecnica nella lotta greco-romana. Alto 172 cm, pesante oltre 100 kg, con una circonferenza toracica di 130 cm e un collo di 51 cm, Giovanni Raicevich di Trieste divenne una vera icona del tempo e venne celebrato come l'uomo più ...
Milunka Savić: l’eroina dimenticata dell’Europa
La donna soldato che in guerra vestì abiti da uomo Milunka Savić nacque nel 1892 nel villaggio di Koprivnica, nella Serbia centrale, in una famiglia contadina. Cresciuta in un contesto rurale e patriarcale, non sembrava destinata a entrare nella storia. Eppure, quando nel 1912 scoppiò la Prima Guerra Balcanica, Milunka Savić prese una decisione destinata a cambiarle la vita: si tagliò i capelli, si travestì da uomo e si arruolò nell’esercito serbo sotto il nome del fratello. Il coraggio di Milunka Savić, al tempo giovane donna soldato, fu presto messo alla prova. Combatté nelle due Guerre Balcaniche (1912-1913) distinguendosi ...
Lo Stahlhelm: storia dell’elmo tedesco dal 1916 al 1945 | Museo 1914 – 1945
Dall’elmetto Pickelhaube allo Stahlhelm M16 Può sembrare paradossale ma nessun esercito cominciò la Grande Guerra con un elmetto d’acciaio. I tedeschi avevano quello che forse più assomigliava ad un casco e che a sua volta è un’icona, il Pickelhaube, l’elmetto a punta, che rimanda alla Prussia ottocentesca. La guerra però era cambiata: nel corso della storia, l’introduzione degli shrapnel che esplodevano sopra le teste dei soldati fu devastante e le ferite da schegge aumentarono di circa l’80% in pochissimi mesi con l’evidenza che la maggior parte di queste erano alla testa. Fu il professor Friedrich Schwerd, dell'Istituto Tecnico di ...
Humber Scout Car: l’occhio avanzato delle truppe alleate
Nel corso della Seconda Guerra Mondiale, i veicoli da ricognizione rivestirono un ruolo fondamentale all’interno degli eserciti moderni. Leggeri, veloci e spesso ben camuffati, questi mezzi erano incaricati di esplorare il territorio davanti alle linee amiche, raccogliere informazioni sui movimenti nemici e mantenere il contatto tra le unità. Tra i veicoli britannici più rappresentativi di questa categoria troviamo l’Humber Scout Car, un’autoblindo compatta ed efficiente, simbolo della guerra mobile condotta dagli Alleati sui fronti d’Europa e del Mediterraneo.
Caricatore: i significati di una storia militare
Oggi vi parliamo di un termine che è anche “militare” e che praticamente tutti conoscono: caricatore. Certamente i dizionari riportano una moltitudine di voci per il significato di caricatore: noi stessi prendiamo “caricatori” in mano costantemente, ad esempio, quando è riferito a quello del cellulare. Il termine però può rappresentare anche la qualifica di un operaio, una macchina da lavoro, in elettrotecnica è, appunto, il caricabatteria ma vi sono ulteriori significati di caricatore. Come sempre, si fa presto a dire caricatore; in realtà il termine racconta di un mondo molto variegato.
Cosa sono i bossoli e perché si chiamano così
In seguito alle guerre restano sul terreno molti residui legati alle battaglie, tra le tante cose che restano ci sono i bossoli. Il bossolo è quella parte della cartuccia di un’arma, destinata a contenere la carica di lancio – polvere da sparo, il proiettile e l’innesco. Esso può essere in metallo, generalmente in ottone, o con un tubetto in plastica o cartone con fondello metallico a seconda se la canna è rigata, nel primo caso, o se la canna è liscia, il secondo caso.
Storia scarponi militari
Inizialmente in dotazione ai militari erano previste due calzature: una da impiegare durante le operazioni militari e una detta da “riposo”. A loro volta, le calzature da “operazione militare” erano suddivise in: scarponi militari con gambaletto per armi a piedi mod. 909, scarponi militari per truppa da montagna e scarponi militari da bersaglieri ciclisti armi a cavallo.
Calibro: significato ed etimologia di questa parola
Il termine "calibro" ha una storia complessa: deriva dall'arabo "qālib" (stampo), evolvendosi grazie al francese Pierre Vernier in uno strumento di precisione. Nel contesto militare, identifica il diametro interno delle bocche da fuoco e misura proiettili e canne, con esempi di calibri giganteschi esposti anche nel nostro museo, come il Minenwerfer M15 e proiettili da 380 mm.
Giuseppe Zannato: Un Pioniere della Cultura e della Scienza
Giuseppe Zannato, appassionato naturalista e collezionista, fondò nel 1922 il Museo Didattico di Montecchio Maggiore, nato dalla sua raccolta di minerali, fossili e reperti storici. Ancora oggi il museo prosegue la sua missione educativa, ispirata dall'impegno e dalla visione di Zannato.
Bandiera: drappo di stoffa che unisce un popolo
Il termine Bandiera deriva dalla parola gotica, “bwando” cioè segno. Questo riferimento etimologico non è mai andato perso nel medioevo né per tutto il Risorgimento diventando il vero e proprio emblema dell’Italia unita nel 1861. Il tricolore del Regno d’Italia presente al museo è datato 1866, presenta una foggia rimasta invariata fino al 1946 quando nasce il tricolore come lo conosciamo oggi.
Divisione Folgore: eroi italiani in Africa
I paracadutisti della divisione Folgore, un’élite scelta con rigidi criteri di selezione legati all’arditismo, buona attitudine agli sport, prestanza e agilità fisica, spirito di iniziativa, saper leggere e scrivere e un’istruzione non inferiore alla quinta elementare. Ma nella storia dove affonda le radici questa divisone?
Giulio Bedeschi: L’Alpino e lo Scrittore
GIULIO BEDESCHI: L’APLINO Giulio Bedeschi nasce ad Arzignano il 31 gennaio 1915, figlio di Edoardo ed Elisa Belli. A Vicenza frequenta le scuole del patronato Leone XIII, dove conosce l’artista Giovanni Magrin, e il liceo classico “Pigafetta” dove ha come compagni il politico Mariano Rumor, lo storico dell’arte Renato Cevese e lo storico e alpinista Gianni Pieropan. Dopo aver iniziato gli studi universitari a Padova Giulio Bedeschi consegue la laurea in Medicina e Chirurgia a Bologna nel 1939 con ottimo profitto. Ottenuta l’abilitazione alla professione medica nel 1940 Bedeschi termina la Scuola Allievi Ufficiali presso l’Istituto Militare di Sanità ...
La protezione dei soldati: l’elmo Farina
Sono moltissimi gli indizi che ci fanno intuire quanto la Grande Guerra sia stata uno spartiacque storico senza precedenti. Fra questi anche aspetti paradossali quali la totale impreparazione ad affrontare un conflitto che avrebbe assunto toni apocalittici per l’Europa. È oggi strano pensare ad esempio che sostanzialmente nessun esercito cominciò le ostilità dotato di protezioni individuali adeguate alle nuove macchine da guerra. A partire dal caso più eclatante ossia l’assenza totale di elmetti metallici efficaci. Se si escludono i celebri pickelhaube (i classici copricapi in cuoio e a punta, simbolo della Prussia e poi del militarismo tedesco) i primi ...
Il dottor Amedeo Herlitzka, il medico dei piloti
Chi era Amedeo Herlitzka? Amedeo Herlitzka nasce a Trieste nel 1872 e fin da giovanissimo inizia frequentare ambienti irredentisti. Nel 1891 si iscrive alla facoltà di medicina e chirurgia dell’Università di Pisa al termine del primo anno Amedeo Herlitzka rientra a Trieste per le vacanze prendendo parte ad alcune riunioni irredentistiche giovanili che gli costano l’arresto da parte delle autorità austriache. Dopo aver scontato 7 mesi di carcere, Amedeo prosegue gli studi presso l’Istituto di studi superiori di Firenze. Herlitzka si laurea nel 1897 specializzandosi in fisiologia con una tesi di laurea dal titolo “Ricerche sulla differenziazione cellulare nello ...
Chi era Luisa Ferida: vita e morte di una grande attrice
Luisa Ferida, nasce a Castel San Pietro Terme in provincia di Bologna il 18 marzo 1914. Il suo è un nome d’arte, il vero nome è Luisa Manfrini Farnet, sembra che lo pseudonimo Ferida derivi da uno stemma visto nella casa del padre che raffigurava una mano ferita da una freccia. Il padre, Luigi, era un ricco proprietario terriero, mentre la madre Lucia era di umile estrazione sociale. Luisa Ferida è ricordata come una ragazza irrequieta, tanto che dopo la morte del padre viene mandata in collegio dove però non concluse gli studi. Luisa Ferida arriva a Milano dove ...