Caricatore: i molti significati di parola con una storia militare

Tutti noi abbiamo un caricatore

Oggi vi parliamo di un termine che è anche “militare” e che praticamente tutti conoscono: caricatore.
Certamente i dizionari riportano una moltitudine di voci per il significato di caricatore: noi stessi prendiamo “caricatori” in mano costantemente, ad esempio, quando è riferito a quello del cellulare.
Il termine però può rappresentare anche la qualifica di un operaio, una macchina da lavoro, in elettrotecnica è, appunto, il caricabatteria ma vi sono ulteriori significati di caricatore. Come sempre, si fa presto a dire caricatore; in realtà il termine racconta di un mondo molto variegato.

Significato di Caricatore: Origine e Uso

Etimologicamente la derivazione dal verbo “caricare” è evidente: a sua volta l’origine potrebbe essere il latino “carricare”, da “carrus”, carro (quindi porre sopra i carri: merci, materiali, animali per essere trasportati da un luogo a un altro).
Quindi un tempo caricare significava mettere dentro, sopra, nel caso di un’arma da fuoco, inserire la polvere, la palla e via dicendo

Dall’enciclopedia Treccani è definito come:

“Nelle armi da fuoco portatili a ripetizione semplice e automatica (fucili, pistole, fucili mitragliatori, mitragliatrici), il dispositivo che alloggia più cartucce pronte per l’introduzione nella camera dell’arma; possono essere dei contenitori, che vengono incorporati nell’arma, dotati di molla elevatrice (ca pacchettocad astuccio), oppure dispositivi che più semplicemente tengono unite le cartucce favorendone l’introduzione nell’arma, restandone tuttavia fuori (ca lastrinaa cassettaa tramoggiaa nastro)”

E in termini militari…

Il caricatore da armi da fuoco è un dispositivo utilizzato per stoccare e alimentare le munizioni nei dispositivi bellici a ripetizione, come fucili e pistole, con l’obiettivo di velocizzare la ricarica e il fuoco. Può essere fisso, chiamato serbatoio, o amovibile, noto come magazzino. Un esempio di serbatoio è il tamburo della rivoltella, mentre un magazzino è il caricatore estraibile di una pistola semiautomatica. Introdotto alla fine del XIX secolo, il magazzino si è evoluto in diverse forme in base alle necessità dell’arma e delle munizioni.

Inizialmente, le cartucce venivano sistemate in clip di acciaio, come quelle a telaio tipo Mannlicher o a striscia tipo Mauser, per facilitare l’alimentazione dell’arma. Le armi leggere si distinguono in tre categorie: con serbatoio fisso, con magazzino amovibile o con caricatore a nastro, utilizzato principalmente nelle mitragliatrici. I nastri sono più lenti nel caricare le munizioni, ma adatti per alte cadenze di fuoco.

I magazzini, che si trovano in vari formati come a scatola, tamburo, stecca e a piatto, sono costruiti principalmente in metallo, ma anche in polimero. I magazzini a scatola, i più diffusi, possono contenere munizioni in più file e sono facili da inserire e rimuovere dall’arma. La capacità di un magazzino varia in base all’arma e può contenere da 5 a oltre 100 cartucce.

Alcune armi, anche con magazzini amovibili, possono necessitare di caricatori rapidi o speedloader, strumenti che velocizzano il riempimento, ma non sono essenziali per il funzionamento dell’arma. Questi dispositivi sono progettati per specifiche munizioni e armi, ma l’alimentazione manuale rimane sempre possibile.

Differenze e Tipologie di caricatori di munizioni

Come sono presenti moltissime armi altrettanti suoi i caricatori che si adattano alla tipologia diversa di arma. Vediamoli più da vicino…

Caricatore a telaio Mannlicher: Si tratta di un blocco di proiettili che viene inserito direttamente nell’arma. Il telaio, generalmente in acciaio, viene espulso dalla finestra di caricamento o cade dal fondo del serbatoio una volta che l’ultima cartuccia è stata sparata, pronto per essere sostituito.

Caricatore a striscia Mauser: Composto da una striscia metallica che tiene le cartucce in fila, questo tipo di caricatore viene utilizzato in armi come i fucili Mauser. La striscia viene inserita nell’arma e le cartucce vengono spostate una alla volta nella camera di sparo.

Caricatore a scatola: È il tipo più comune di caricatore amovibile, usato in molte armi moderne. Le cartucce sono disposte in una o più file e, tramite un meccanismo a molla, vengono spingere nell’arma. È pratico da rimuovere e sostituire velocemente, con una capacità che può variare da 5 a più di 30 munizioni.

Caricatore a tamburo: Questo tipo di caricatore è simile a un cilindro che ruota per alimentare le cartucce. È comune nelle rivoltelle e in alcune armi automatiche, e consente una buona capacità di munizioni senza allungare eccessivamente la lunghezza dell’arma.

Caricatore a stecca: Si tratta di una lunga e stretta striscia di munizioni, che può essere inserita direttamente nell’arma o in un serbatoio. È stato utilizzato in alcuni fucili e mitragliatrici.

Caricatore elicoidale: In questo tipo di caricatore, le cartucce vengono disposte in una spirale che le porta automaticamente nella posizione giusta per essere sparate. È più compatto di altri tipi.

Caricatore a piatto: Questo caricatore ha una forma piatta e circolare, con le cartucce disposte attorno a un perno centrale. È usato in alcune mitragliatrici leggere e può contenere una grande quantità di munizioni.

Caricatore a nastro: Usato principalmente in mitragliatrici, questo tipo di caricatore è costituito da una lunga striscia di cartucce legate tra loro. Il nastro permette un’alimentazione continua, ideale per armi con alta cadenza di fuoco.

Il termine “caricatore” ha molteplici significati e si riferisce a dispositivi di alimentazione che variano in base all’arma e al tipo di munizione utilizzata. In ambito militare, il concetto si estende a una vasta gamma di applicazioni, ognuna con caratteristiche specifiche per soddisfare le esigenze operative e tattiche. La scelta del tipo di caricatore gioca un ruolo fondamentale nelle prestazioni e nell’efficacia dell’arma.

Nel nostro museo sono presenti una vasta tipologia di caricatori, sono visibili nella nostra sezione permanente e in parte anche nella sezione mostre temporanee.