GIULIO BEDESCHI: L’APLINO

Giulio Bedeschi nasce ad Arzignano il 31 gennaio 1915, figlio di Edoardo ed Elisa Belli.

A Vicenza frequenta le scuole del patronato Leone XIII, dove conosce l’artista Giovanni Magrin, e il liceo classico “Pigafetta” dove ha come compagni il politico Mariano Rumor, lo storico dell’arte Renato Cevese e lo storico e alpinista Gianni Pieropan.

Dopo aver iniziato gli studi universitari a Padova Giulio Bedeschi consegue la laurea in Medicina e Chirurgia a Bologna nel 1939 con ottimo profitto.

Ottenuta l’abilitazione alla professione medica nel 1940 Bedeschi termina la Scuola Allievi Ufficiali presso l’Istituto Militare di Sanità a Firenze.

Con il grado di sottotenente viene chiamato a far parte di una commissione medica incaricata di esaminare i giovani soldati in partenza per il fronte.

Giulio si arruola volontario partendo per il fronte Greco-Albanese, assegnato alla Divisione di fanteria “Casale”, come medico di Battaglione.

Riassegnato alla 13° Batteria del Gruppo Conegliano, partecipò alla campagna di Jugoslavia; successivamente Bedeschi segue le sorti della Divisione Julia nella Campagna di Russia, dove combatteva anche il fratello Giuseppe, fino alla tragica ritirata del gennaio 1943. Riceve la decorazione sul campo in entrambi i fronti di guerra.

Alpino, medico e scrittore, Giulio si spegne a Verona il 27 dicembre 1990 a 75 anni.

GIULIO BEDESCHI: LO SCRITTORE

Il nome di Giulio Bedeschi è indissolubilmente legato al libro Centomila gavette di ghiaccio, scritto a partire dal 1945 e nel quale, attraverso il suo alter ego Italo Serri anche lui ufficiale medico, racconta l’odissea degli alpini sul Fronte Russo.

Il libro, concluso nel 1946 rimase a lungo inedito a causa di numerosi rifiuti da parte di un gran numero di editori fino al 1963 quando viene pubblicato dalla Ugo Mursia Editore riscuotendo successo travolgente e immeditato.

Nel 1964 il libro vince il premio Bancarella, già aggiudicato nelle edizioni precedenti a scrittori quali Hemingway (premio Bancarella nel 1953 per “Il vecchio e il mare”) e Guareschi (premio Bancarella nel 1954 per “Don Camillo e il suo gregge”).

Da quel momento Giulio Bedeschi divide la sua professione di medico reumatologo, prima a Brescia dove si era sposato con Luisa Vecchiato, e dal 1960 a Milano dove fondò e diresse il Centro Polispecialistico Reumatologico, con l’impegno letterario e giornalistico collaborando con riviste quali Gente, l’Europeo, Storia Illustrata.

Nel 1966 pubblica Il peso dello zaino continuazione del Centomila gavette di ghiaccio.

Nel 1972 vengono pubblicati La rivolta di Abele e La mia erba è sul Don nonché la cura della monumentale serie C’ero anch’io…, dieci volumi che raccontano testimonianze dei combattenti sui fronti della Seconda Guerra Mondiale.

Ad oggi Centomila gavette di ghiaccio è uno dei libri di guerra di maggior successo, con oltre quattro milioni di copie vendute, centotrenta ristampe e traduzioni in svariate lingue.