Il FIAT 2000 nella storia

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Gli inizi

Nonostante la peculiarità del fronte alpino anche il Regno d’Italia, a partire dal 1915, cominciò a sviluppare il progetto per un carro armato dopo le prime apparizioni dei nuovi veicoli sui campi di battaglia occidentali.

Tali idee si concretizzarono solo nel gennaio del 1917 quando si arrivò alla conclusione di un progetto denominato “Fiat 2000” realizzato da Carlo Cavalli e Giulio Cesare Cappa.

Le fonti parlano di una sorta di “forte mobile” prodotto dagli sforzi della Ansaldo e della Fiat ed il primo prototipo risulta ancora incompleto nel giugno 1917 quando iniziarono le prime prove.

Il mezzo

Il Fiat 2000 pur privo ancora della sua “camera da combattimento” dimostrava già delle innovazioni interessanti come la divisione tra area motore/trasmissione e area equipaggio con evidenti vantaggi in termini di sicurezza e contro le intossicazioni. Interessante anche l’ampio portello per il pilota che garantiva ottima visibilità e ricambio d’aria.

La corazza era di 20 mm nella parte anteriore e di 15 mm nella parte posteriore più che sufficiente per resistere alle armi leggere della Grande Guerra (persino i fucili controcarro tedeschi). Due grandi gonne coprivano il sistema di rotolamento, le sospensioni ed i cingoli

Il 2000 venne fornito di un motore a benzina aeronautico Fiat A12 a 6 cilindri da 250 CV con un rapporto potenza/peso di 6 CV / t e una velocità massima di 7,5 km / h.

Il carro si manifestava ciclopico, con un peso complessivo di 40 tonnellate, più pesante delle controparti inglesi e tedesche; l’equipaggio era di 8 o al massimo 10 uomini.

L’armamento

Il mezzo era pesantemente armato con sette mitragliatrici Fiat 14 da 6,5 mm ed un obice da montagna da 65 mm ( M.1910/M.1913) montato sulla torretta a cupola. Proprio la torretta, girevole a 360 gradi rappresenta una delle tante novità del progetto.

La fine del progetto

Nonostante gli sforzi, solo due esemplari di Fiat 2000 vennero completati e la produzione venne definitamente bloccata il 4 novembre 1918. E’ noto che almeno uno dei due carri, il prototipo numero 2, venne portato sul Piave nella primavera del 1918 tuttavia non vi sono documenti che ne attestino un impiego bellico

Con la fine della guerra si era manifestato un nuovo orientamento grazie ad un contratto tra la Fiat e la Renault che portò alla produzione dei carri armati leggeri Fiat 3000 (derivati dal Renault FT).

Resta il fatto che almeno uno dei carri venne quindi trasportato in Libia, colonia italiana, dove nei primi anni costituì parte della Batteria Autonoma Carri d’Assalto.

Un inventario dell’Esercito del 1924 testimonia ancora l’operatività di un solo Fiat 2000 quindi sembra che l’esemplare n.1 sia stato demolito o comunque perduto.

L’ultimo Fiat, dopo aver subito una modifica a metà anni Trenta e per motivi probabilmente propagandistici, scompare per sempre all’inizio della Seconda Guerra Mondiale, probabilmente rottamato.

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