Bossoli: caratteristiche, storia e significato
In seguito alle guerre restano sul terreno molti residui legati alle battaglie, tra le tante cose che restano ci sono i bossoli.

Che cosa sono i bossoli
Il bossolo è quella parte della cartuccia di un’arma, destinata a contenere la carica di lancio – polvere da sparo, il proiettile e l’innesco. Esso può essere in metallo, generalmente in ottone, o con un tubetto in plastica o cartone con fondello metallico a seconda se la canna è rigata, nel primo caso, o se la canna è liscia, il secondo caso.
Com’è fatto un bossolo
Il bossolo è composto da più parti: il colletto che è la parte dove viene alloggiato il proiettile è atta a tenerlo bloccato fino al momento dello sparo; il corpo, ovvero la parte centrale costituita dalle pareti. Le pareti sono più spesse verso la base, per meglio sopportare la pressione dei gas e più sottili verso il colletto. Non tutti i bossoli sono uguali, infatti, è possibile dividerli ulteriormente in base alla forma del corpo in:
- cilindrici;
- conici;
- a collo di bottiglia.
Ed ancora, a costituirne le componenti principali, vi è anche la spalla: è un restringimento del corpo in vicinanza del colletto presente soprattutto nelle munizioni per fucile. Serve a raccordare un bossolo voluminoso -con carica maggiore- con un colletto ed un proiettile più piccoli. Il fondello è di fatto la chiusura inferiore del bossolo. Sul fondello dei bossoli a percussione centrale è collocata una capsula a percussione, ovvero una carica detonante. La sede di innesco è in comunicazione con la carica di lancio attraverso il foro di vampa. Infine, abbiamo il collarino che è un orlo o risalto del fondello con funzione da appiglio per l’estrattore.


Da dove deriva il termine bossolo?
Ora che è stato spiegato come sono fatti, capiamo ora perché hanno questo nome. Il termine parrebbe derivare dal greco pyxida (poi latinizzato in buxida) ossia un vasetto cilindrico lavorato, usato, in origine, per contenere unguenti e profumi. In genere era fatto il legno di bosso, da qui il termine. In ambito militare, a partire dal XVII secolo si diffusero bandoliere con contenitori di legno di bosso ove venivano predisposte le cartucce pre caricate e pronte all’uso. Le cartucce erano ovviamente sensibili all’umidità e all’acqua e il bossolo di legno le preservava da questi fattori esterni.
Quello che tutti noi conosciamo è quasi sempre in ottone, una lega che offre ottime caratteristiche di robustezza ed elasticità.
In tempi di crisi, come durante la Seconda Guerra Mondiale, in conseguenza alla mancanza di alcune materie prime sono stati prodotti in alluminio o ferro sinterizzato.
Arte e guerra
I bossoli di calibri più grandi spesso venivano lavorati dando origine a delle vere e proprie opere d’arte. Questo avveniva perché lo stesso metallo, con cui venivano realizzati, era un materiale che si prestava alle lavorazioni. L’ottone, lega metallica di rame e zinco, è infatti duttile, malleabile e ha una buona resistenza alla corrosione. Oltre a queste caratteristiche presenta anche una colorazione molto simile all’oro. Vasta è infatti la produzione di vasi-contenitori in ottone che provengono da bossoli di artiglierie rinvenuti in seguito alle guerre.