PRESENTAZIONE LIBRO “CRONACHE DI UNA CASA CHIUSA”
Giovedì 18 settembre 2025
Museo 1914-1945
via del Lavoro 66, Montecchio Maggiore – Vicenza
Il direttore del Museo 1914-1945 Stefano Guderzo dialoga con Rossella Menegato autrice del libro: Cronache di una casa chiusa (Edizioni Biblioteca dell’Immagine).
Un viaggio alla scoperta di un tema a lungo sottaciuto, di una storia antica e difficile attraverso lo studio delle vite di donne finite in quelli che sono stati definiti i gironi infernali del meretricio.
Una testimonianza dell’Italia ai tempi delle Case di tolleranza, della vita quotidiana delle case di piacere o lupanari, postriboli, casini, bordelli, che dir si voglia dove tutto era rigidamente regolamentato e controllato e il lavoro non mancava mai.
Donne controllate, gestite, disciplinate, schedate e segregate.
Per scoprire, per capire e avere una nuova chiave di lettura di un passato vicinissimo.
Prenotazione consigliata
Entrata libera
Per info e prenotazioni:
340 5978913
Libro edito da Edizioni biblioteca dell’immagine
Prezzo di copertina: 16 euro

Sinossi
«Mai dimenticare da dove si viene…»
È il tempo della Seconda guerra mondiale, del Fascismo, di una Italia arcaica, contadina, povera ed è un mondo a parte, quello di Amélie, Rosa, La Rossa, Maria, Bimba, Nerina, Giulia, Sophie e di tutte le altre ragazze…
Un mondo di bisbigli, grida, sorrisi, lacrime, amore, odio, tenerezza e soprusi.
Corpi generosi avvolti in sottili vestagliette, l’aroma delicato di violetta o il fresco profumo di agrumi che si mescolano all’odore balsamico della menta piperita e del pino mugo.
Storie di un’umanità senza identità chiusa fra quattro mura. Infanzie violate, fame e disperazione, la guerra come sfondo e un’unica possibilità… rinunciare a sé stesse.
Cronache di una casa chiusa racconta di un mondo ordinato dove le vite si intrecciano l’un l’altra, dove i ricordi si fanno memoria, dove presente, passato e futuro vengono annientati e condensati in un unico desiderio… sopravvivere. Il mondo delle Case di Tolleranza, paese dei balocchi per gli uomini e luogo d’infamia e di dolore per le donne.
«Mai dimenticare da dove si viene. Siamo il frutto delle nostre esperienze. Belle e brutte. Noi siamo il nostro passato. Dimenticarlo vuol dire cancellare la memoria di chi si è, diventando così deboli e corruttibili».